Pubblicato il piano ispettivo dell’Autorità di Controllo per la protezione dei dati personali, valido sino a fine anno 2020. L’Autorità, periodicamente, stabilisce le priorità di controllo rispetto alle risorse disponibili per poter effettuare l’attività ispettiva di iniziativa.
È stata una sessione ricca di spunti ed importanti indicazioni quella tenuta dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati lo scorso 2 settembre. Sul tavolo dell’EDPB sono infatti finiti numerosi temi di rilevanza fondamentale nell’applicazione pratica della data protection.
La Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata lo scorso 16 luglio 2020 in merito al regime di trasferimento dei dati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti invalidando la decisione di adeguatezza del Privacy Shield, adottata nel 2016 dalla Commissione europea in seguito alla decadenza dell’accordo Safe Harbor.
Quante polemiche negli ultimi giorni sul tema dello smart working. Entrate “a gamba tesa” anche di natura politica, prima come se fosse la panacea di tutti i mali economici poi il nemico della psiche umana.
Chiedersi se la pandemia possa costituire un motivo di forza maggiore è più che legittimo. Non si può pensare però di ricevere una risposta veloce ed univoca!
Grande tema, oggetto di disamina, è il data-tracing: le linee-guida specificano condizioni e principi per l’uso proporzionato di dati di localizzazione e strumenti di tracciamento dei contatti.
La regolamentazione delle nuove tecnologie, indubbiamente, rappresenta la sfida più avanguardistica per i giuristi e per l’ordinamento giuridico stesso.
Il report annuale della Property Rights Alliance analizza il livello di tutela della proprietà in oltre 129 nazioni, pari al 98% del PIL mondiale e il 93% della popolazione, basandosi su tre ambiti di analisi
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