FASE 2, FONDAMENTALE AFFRONTARE IL NODO DEI TRASPORTI
Fase 2, fondamentale affrontare il nodo dei trasporti

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Nei prossimi mesi, in vista della ripresa graduale delle attività, il mondo dei trasporti, già fortemente impattato dalla pandemia, dovrà incrementare la propria capacità di servizio ed essere in grado di garantire servizi rispondenti a esigenze di contenimento dei contagi, quindi, sanificazione degli ambienti e distanziamento delle persone.  Solo così avremo la certezza scientifica di tenere sotto controllo il contagio, individuare chi è sano e chi no in via continuativa, ed avere i giusti strumenti per gestire la situazione. Il nodo dei trasporti sarà cruciale della fase 2: affrontiamo il tema con Renzo Iorio, Ceo di Nugo FS, startup del Gruppo FS dedicata agli sviluppi della multimodalità.

TIG. Quali sono stati negli ultimi 2 mesi gli impatti della pandemia sul mondo dei trasporti?

Renzo Iorio. Tutta l’industria della mobilità, dei viaggi e dell’ospitalità sta subendo un impatto drammatico dal punto di vista dei volumi: lo shock è stato in ampiezza 6 volte quello registrato l’indomani degli attentati alle Torri Gemelle che allora ci apparve uno shock epocale. Oggi l’attività si attesta tra il 5 e il 10% dei volumi normali del periodo. Anche come Nugo, nei primi giorni della crisi siamo scesi a 20% di attività, ed oggi, in pieno lockdown, siamo intorno a 5%.

TIG. Come si uscirà da questa situazione nei prossimi mesi?

Renzo Iorio. Da un punto di vista normativo, ritengo che il distanziamento sociale sarà in qualche modo obbligatorio finché non avremo un vaccino o la capacità di risolvere completamente il problema di pericolosità del virus. Quindi, presumibilmente, fino all’inizio dell’anno prossimo, considerando anche i tempi tecnici per agire in tutta la nazione, i mezzi potranno offrire una capacità di carico ridotta e occorrerà intervenire in modo strutturato per gestire i flussi nei nodi intermodali e hub.

Da maggio speriamo possa esserci una fase di ripartenza, tema su cui sta lavorando la task force guidata da Vittorio Colao: servirà quindi un progetto e un’organizzazione di sistema, in quanto non saranno le singole aziende a poter trovare da sole una soluzione. Vivremo in una situazione in cui i flussi, gli orari di lavoro, l’apertura di negozi e scuole, dovrà essere governata e organizzata in modo da evitare i picchi di assemblamento che finora facevano parte della nostra vita quotidiana. Dal punto di vista dei trasporti, ogni singolo carrier sarà chiamato a fare la sua parte. Sono ottimista sulle capacità della tecnologia e del digitale di fare buona parte di questo lavoro.

TIG. Il digitale aiuta infatti a gestire sia aspetti informativi, sia legati alla tracciabilità dei contatti (come avverrà con l’app Immuni scelta dal Governo) fino alla possibilità di evitare assemblamenti.

Renzo Iorio. Oggi tutto questo è realizzabile, e per una volta saranno virtuosi e di interesse di comunità elementi di privacy cui oggi di fatto già ampiamente deroghiamo come consumatori e cittadini accettando passivamente le clausole di utilizzo e i consensi.  Le app che possono venire in aiuto nel gestire l’organizzazione dei flussi, non saranno poi più invasive rispetto a quanto già oggi lo siano altre di nostro uso comune.

Oggi, questo tracciamento per la prima volta avverrà non per il modello di funzionamento e ricavi di una singola azienda ma a fin di bene per un’intera collettività.

TIG. Questa transizione, oltre che una risposta in chiave digitale del mondo dei trasporti a un’accresciuta domanda informativa degli utenti, avverrà senza ostacoli?

Renzo Iorio. In realtà, quello che vedo molto critico è la reale volontà e capacità degli operatori di trasporto di aprire e ammodernare i propri sistemi informatici: anche tra chi li  ha realizzati e li gestisce come IT rischia di prevalere la posizione di volerli mantenere proprietari e “chiusi” per garantirsi una fonte perenne di flussi e ricavi. Oggi assistiamo a due mentalità diverse: da un lato, i nativi digitali sono orientati a connettere, mettere insieme, far dialogare sistemi diversi, operatori tradizionali invece tendono a frenare il gioco e a fissare paletti, costi di integrazione elevati. Oggi servirebbe invece che i dati di movimentazione del TPL locale fossero condivisi il più possibile: il problema nei prossimi mesi sarà come gestire in modo efficiente i movimenti, far interagire l’intero sistema dei trasporti, con informazioni complete sul mezzo (dove è, quante persone trasporta, …) con tutto il resto. Tra l’altro parliamo di situazioni che già soffrivano di equilibri economici labili: c’è da chiedersi come potranno sostenersi con esigenze di sanificazione dei mezzi molto più rilevanti rispetto a prima.

TIG. Verso quale situazione vanno quindi gli operatori del trasporto locale?

Renzo Iorio. Con capacità di carico molto più ridotte rispetto a prima, serviranno forme diverse di sostegno del servizio: o intervenendo sulla struttura ed entità dei costi, o aumentando i prezzi, sul modello dei trasporti londinesi. In ogni modo, servirà un ripensamento del modello economico, con analisi di produttività, del rapporto personale viaggiante e di terra, con un’integrazione efficace di questi servizi con altre forme di mobilità, gestendo tutto il sistema in modo da evitare che ciascuno vada per la sua strada: non possiamo più permetterci un quadro non efficiente.

TIG. Molti prevedono che nel breve periodo aumenterà la mobilità con veicoli personali …

Renzo Iorio. Le persone saranno certamente più serene nel viaggiare con il proprio mezzo, ancorché con disagi e costi maggiori.  Sui treni di lunga distanza, oggi come Ferrovie dello Stato abbiamo già attuato sia procedure di sanificazione sistematica dei convogli, sia un sistema di prenotazione che garantisce il distanziamento tra i passeggeri inibendo la vendita di posti vicini. Si tratta di soluzioni che possono funzionare nel breve periodo, ma l’importante è che la crisi sia anche l’occasione per ottimizzare il sistema dei trasporti, in logica globale, senza difendere gli interessi singoli ma pensando a quelli complessivi.

Elena Vaciago,

Associate Research Manager, The Innovation Group

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