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Stalking digitale in aumento, che cos’è e come difendersi

Che cos’è il cyber stalking e come difendersi? Domande non scontate, perché oggi non si parla ancora abbastanza di stalking digitale: un fenomeno multiforme, che può nascere all’interno o all’esterno di relazioni di coppia consolidate, e che riguarda circa l’11% degli italiani. Questa, infatti, è in Italia la percentuale delle persone che, interpellate nell’ambito di una ricerca globale di Kaspersky (“Digital Stalking in Relationships”, 21mila intervistati in 21 Paesi) hanno detto di essere state perseguitate tramite dispositivi tecnologici. Una percentuale più ampia, il 24%, ha segnalato violazioni di privacy (e del rapporto di fiducia) da parte del proprio compagno o compagna.

Si limita al 6%, invece, la quota di italiani che hanno detto di aver installato un programma stalkerware sul dispositivo del proprio partner, ma è lecito sospettare che non tutti i responsabili di un gesto di questo tipo ammettano di averlo fatto. Sull’altro fronte c’è l’8% di utenti che, in Italia, hanno detto di essere stati obbligati dal proprio compagno o compagna a installare un’applicazione di monitoraggio.

Lo stalkerware, dunque, si configura non solo come uno strumento installato furtivamente sul dispositivo di una vittima, ma anche come uno strumento di pressione psicologica che viene sostanzialmente imposto sfruttando una relazione di potere o influenzabilità all’interno della coppia. E stupisce un po’ scoprire che, tra gli intervistati italiani, il 26% ritenga che spiare segretamente il proprio partner sia accettabile almeno in alcune circostanze. Per esempio, se si sospettano tradimenti (per il 70% di chi si è detto favorevole allo stalkerware), o coinvolgimenti in attività criminali (59%) oppure per motivi legati alla sicurezza del partner (52%).

In occasione della presentazione dei risultati del report,  Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ha dichiarato che “riconoscere le varie forme di violenza informatica contro le donne è uno degli obiettivi che il Governo si è dato nel nuovo Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, che ho recentemente portato in Consiglio dei Ministri”. Il governo, ha spiegato la ministra, sta cercando di contrastare il fenomeno dello stalking digitale con tre strategie, ovvero puntando sulla formazione (per rendere in particolare le donne consapevoli dei propri diritti), con sistemi di monitoraggio tesi a identificare le diverse forme di violenza e infine con provvedimenti normativi che possano tutelare le donne sia dagli abusi fisici sia da quelli digitali.

Che cosa sono gli stalkerware

Gli stalkerware sono solo una forma di spionaggio digitale, forse la più nota. Si tratta di programmi che, installati su un dispositivo, permettono a chi li controlla di accedere a informazioni e contenuti di vario genere, e tipicamente a messaggi Sms, chat, email, fotografie, video, dati di geolocalizzazione. Alcuni possono anche accedere in tempo reale alla funzione della fotocamera. Possiamo concettualmente distinguere gli stalkerware finalizzati a spiare singole persone (spesso per motivi di gelosia, ossessione amorosa, vendetta, persecuzione) dagli spyware che puntano a sottrarre segreti industriali da un’azienda e dai programmi-spia più sofisticati, distribuiti da agenzie di intelligence per controllare avversari politici.

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Quanto è diffuso lo stalking digitale
In base ai criteri di rilevamento della Coalition Against Stalkerware, tra gli utenti smartphone che hanno installato soluzioni di Kaspersky nel 2021 (i primi dieci mesi dell’anno) risultano essere state vittime di stalking digitale ben 28mila persone, di cui 527 in Italia. Ci posizioniamo all’undicesimo posto nella classifica mondiale dei Paesi con il maggior numero di vittime (Russia, Brasile e Stati Uniti d’America sono in testa) e al secondo posto in Europa, dopo la Germania e prima del Regno Unito e della Francia.

Significativi sono anche i dati di Avast, un altro fornitore di antivirus: i Threat Labs dell’azienda nel 2020 hanno rilevato un incremento del 55,2%, rispetto ai livelli pre pandemia, nel numero degli stalkerware installati su dispositivi mobili. A detta di Avast, questo incremento è probabilmente dovuto al fatto che i periodi di lockdown hanno creato maggiori opportunità, più tempo e più occasioni per spiare il partner attraverso il telefono.

Anche Malwarebytes è testimone dell’esistenza di un “effetto pandemia” sul fenomeno dello spionaggio digitale: fra gennaio e dicembre 2020 il numero delle applicazioni di monitoraggio installate su smartphone è cresciuto del 565%, quello dei veri e propri stalkerware addirittura di oltre i mille percento. Vero è, fa notare Malwarebytes, che la consapevolezza del problema nell’utenza sta aumentando e che i grandi operatori digitali stanno intervenendo con azioni dissuasive. Google, per esempio, ha messo al bando gli stalkerware (tranne rare eccezioni) dai suoi annunci pubblicitari sul Web.

Come difendersi dal cyber stalking

Fornitori di antivirus, organizzazioni no-profit e istituzioni negli ultimi mesi hanno pubblicato liste di consigli su come proteggersi dallo spionaggio e dallo stalking digitale (ce ne ha parlato anche Martina Rogato, sherpa di Women20). Qui di seguito vi proponiamo alcuni dei consigli di Europol, Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza, Kaspersky, Apple, Coalition Against Stalkerware.

  • Installare soltanto applicazioni pubblicate da app store ufficiali. Le aziende dovrebbero adottare policy che impediscono ai dipendenti l’installazione di applicazioni da marketplace non ufficiali.
  • Limitare l’audience dei post pubblicati su Facebook, Instagram e altri social network. In particolare, è consigliabile evitare di pubblicare (o limitarle a un’audience di amici stretti) informazioni riguardanti attività, spostamenti, geolocalizzaione.
  • Installare sullo smartphone e sul Pc programmi di protezione che rilevano spyware e stalkwerware, e non generici antivirus.
  • In caso di stalkerware rilevato, valutare se sia opportuno o no rimuoverlo dal dispositivo. La disinstallazione verrebbe notata dalla persona che controlla il programma a distanza e potrebbe innescare ulteriori comportamenti di abuso o violenza. Può essere una buona idea contattare le autorità locali e le organizzazioni che si occupano di supportare le vittime di violenza domestica (utile è la lista di D.i.Re, Donne in Rete contro la Violenza).
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